Ho buoni ricordi dei tempi della scuola seppure, col senno di adesso, mi accorgo di quanto mi abbia segnato (come la stragrande maggioranza) rafforzando la dipendenza dai giudizi degli altri; condizionandomi ad avere obiettivi esterni e non interni; assuefacendomi all'autorità, alla gerarchia, ai premi e alle punizioni; abituandomi alla competizione.
Le mie critiche, verso il sistema educativo dominante, sono
scaturite quasi per caso, dall'incontro - in anni recenti - con
alcuni pensatori (John Holt; Ivan Illich; Marcello Bernardi; A. Neil; Alfie
Kohn...) e continuano a scaturire dal confronto con chi, come me, sta mettendo
in discussione "LA SCUOLA" (uno dei più grandi tabù, come ho avuto modo di scoprire!).
Vengo da una
formazione di sinistra, per cui ho sempre, SEMPRE, difeso la scuola pubblica,
credendo che fosse una risorsa fondante per la società e per l'individuo. Sarebbe
lungo spiegare perché oggi ho qualche difficoltà a difenderla come facevo un
tempo. Ci provo in breve e solo in parte...
Se oggi mi trovassi di fronte ad una scuola democratica,
libertaria, che mettesse al centro il bambino e non il programma; le
competenze e non le nozioni; le qualità e gli interessi di ognuno; la collaborazione e non la
competizione (trovo che sia un reato contro l'umanità impedire ai
bambini/ragazzi di aiutarsi durante le verifiche!);
Se oggi mi trovassi di fronte ad una scuola che tenesse
conto di tutte, o almeno quasi, le intelligenze e non solo di quella linguistica e
logico-matematica; una scuola che si ricordasse anche del corpo dei nostri bambini
(non solo come supporto per la testa e appoggio per il grembiule); e della loro
ANIMA (di qualsiasi cosa si tratti e non mi riferisco ovviamente all'ora di religione!);
Se mi trovassi di fronte ad una scuola in cui non si debba
avere paura di sbagliare; una scuola in cui non si imparino a memoria banali
risposte “esatte”, ma in cui si seminino domande complesse, senza necessariamente
un'unica risposta, senza necessariamente una risposta;
Se mi trovassi davanti ad una scuola senza voti umilianti
(accettereste, voi, la pagella dai vostri datori di lavoro? O dal vostro
compagno? O dai vostri genitori?), senza ricatti, senza punizioni e senza premi;
Una scuola senza i vergognosi compiti a casa che privano
i bambini/ragazzi del LORO TEMPO, DELLA LORO AUTONOMIA, DELLA LORO LIBERTA’;
Se ci fosse una scuola che invece che le date,
raccontasse il vero orrore della guerra (di ieri e di oggi); che invece delle
capitali a memoria raccontasse la meraviglia della Terra e dei suoi popoli; che
invece che i classici a tutti i costi trasmettesse la passione per la lettura;
Ma anche una scuola che desse l'opportunità di piantare un chiodo
nel muro; di zappare, seminare, curare, raccogliere; di dipingere, scolpire, incidere...; di preparare un pasto SANO e condividerlo con gioia; di smontare, riparare, riciclare,
riutilizzare; di autoprodurre e non solo consumare, consumare, consumare (leggo su fb- proprio in questi giorni - delle interminabili, alquanto improbabili, liste degli acquisti che vengono girate ai genitori i primi giorni di scuola: penne dal
tratto sottile, matite dalla punta morbida, quaderni a quadrettoni, quadrettini, a righe,
a stelle e strisce; colori ad acqua, a tempera, a pastello; copertine colorate,
ma trasparenti, compassi – uno a testa! – goniometri – uno a
testa! – per non dire della corsa all'acquisto di diari, astucci, zaini (possibilmente alla moda!), e della vendita di panini, bibite, merendine…etc. etc. etc.).
E soprattutto se ci fosse una scuola che insegnasse la vita insieme
agli altri. Quella vita in comune che può essere sostenibile SOLO sulla base di regole condivise (e non imposte dall'alto); sulla base di una pari dignità
(senza capi, capi dei capi, e capi dei capi dei capi – e senza bravissimi, bravi,
mediocri e incapaci); senza aggressione; umiliazione; imposizione; senza INUTILI FRUSTRAZIONI (che tanto ci pensa la
vita vera a procurarcene).
Insomma una scuola dove nessuno
debba mai
- dico mai -
chiedere il permesso per fare la pipì.
Ecco, se questa fosse LA SCUOLA, tornerei ad esserne una sostenitrice.
Ma la scuola non è questa e non lo è mai stata.... tranne in rare
eccezioni (come descritto nel bel libro "Liberi di Imparare" di Francesco Codello
e Irene Stella ).
E soprattutto LA SCUOLA - nel suo apparato, nella sua struttura, nella
filosofia che la sottende e nelle sue finalità - NON HA NESSUNA INTENZIONE di essere questo. Ecco perché (lo dico a coloro che, a volte, ce lo chiedono) , ecco perché, riteniamo di non potere e di non dovere cambiare dall’interno questa scuola.
Non sarebbe possibile.
Non ora.
Ma tirarsene fuori, non significa disinteressarsene.
Anzi!