giovedì 28 febbraio 2013

La partita a scacchi.

" Papà, mi insegni il gioco degli scacchi?"
Sto per dire che non abbiamo la scacchiera, ma Lui ha già risposto:
"Certo, ci servono un grande foglio di carta e una stecca!"
Per giocare a scacchi? penso fra me e me...
 
Ma poi distratta da Minuscolo che vuole poppare e da Piccolo cha vuole testare la tenuta sia del divano nuovo, che delle attenzioni di mamma e papà, mi dimentico degli scacchi e delle loro TROPPE regole...

Finché...
ecco fatta la scacchiera!

 
Che la partita abbia inizio!

Minuscolo dorme.
Piccolo ha le mani e la mente impegnate in qualche creazione con l'argilla.
Grande impara le prime regole degli scacchi... i bambini hanno bisogno di regole, no????
E noi, anarchici per caso, gliele forniamo così.

Eccole lì, davanti a me , sulla stessa scacchiera, le regole e la creatività andare allegramente a braccetto.
Se solo anch'io riuscissi a trovare un così proficuo connubio fra regole e libertà.... e invece oscillo, paurosamente, fra le une e l'altra, come se fossi legata in cima all'albero maestro di un vascello in piena tempesta. Quanti dubbi.
Ho voluto presuntuosamente intitolare questo blog "prove di pensiero libero", ma sarebbe più calzante "dubbi allo sbaraglio".
In ogni caso il dado è tratto, siamo in mezzo ad un mare di idee e di dubbi in cerca della rotta che, a volte, ci appare chiara  e definita, ma a volte.....
Guardo i miei due uomini, ignari delle mie elucubrazioni, discutere concentrati sulle mosse possibili e, improvvisamente, mi sovviene che anche io sono di fronte ad una partita a scacchi - lunga una vita - tra Me e l'Altra me.
Ci sono mosse che hanno richiesto tempi lunghi di gestazione ed altre scaturite dal braccio prima che dalla testa. Me, piena di dubbi, viaggia mappa alla mano, mentre l'Altra me sta all'erta per farci, alla prima distrazione, svoltare bruscamente, del tutto indifferente alle adrenaliniche discese o alle scivolosissime salite!
Oggi mi trovo di fronte ad una mossa non facile: mandare il Grande  alla scuola primaria a settembre, o continuare questo percorso da homeschooler (al momento più unschooler!!!)? 
Me e l'Altra me si stanno combattendo strenuamente. La scelta non è facile.
L'Altra me  (quella per cui tifo, se non si fosse capito!) non ha dubbi: lasciamo che  Grande cresca libero, che possa seguire le proprie passioni, lasciamo che coltivi la sua curiosità nel rispetto dei suoi tempi; lasciamo che resti ancora bambino, che non entri da ora nel trantran da scolaro/impiegato. Lasciamo che abbia il tempo per correre in bicicletta, per scavare un igloo con suo nonno e suo fratello, per perdersi nei suoi pensieri profondi, per fare biscotti e dispetti, per guardare le stelle la notte, per farsi leggere di cavalieri, castelli e bertesche, per imparare il gioco degli scacchi, per sbagliare senza la paura di sbagliare....
Me  non è d'accordo.
Me ha timore dell'opinione degli Altri che sono tanti, addirittura due!!
Me  crede di essere matura rispetto all'Altra me, ma in realtà si preoccupa di quello che potrebbero dire/fare LA Madre e IL Padre.

Bene, in assenza di psicofarmaci naturopati (o magari ci sono pure.... La cioccolata può andare?) ho tempo, da qui a settembre, per decidere quale pedina muovere...

Spero, davvero, di riuscire a fare scacco matto alla paura e di seguire il cuore.....

venerdì 15 febbraio 2013

Le stagioni della rabbia.

Lo ammetto sono impulsiva e cedo troppo spesso alla collera.
Dicono che incazzarsi faccia male alla salute, dipende...

Durante gli anni trascorsi da single, i miei sfoghi in solitaria mi hanno decisamente mantenuto in forma a costo zero: mentre altri frequentavano corsi di kick boxing, io davo voce e corpo alla mia rabbia, tra le mura della mia casetta in campagna, per poi presentarmi al mondo tonica e serena.

Arrabbiarsi in coppia è già un'altra faccenda: per esperienza direi che nel primo anno capita di rado, praticamente mai. Già nel secondo anno, invece, compaiono i primi scontri, un vero toccasana di fronte ai primi segnali di un inevitabile calo del desiderio. Che belle quelle litigate, così afrodisiache! "L'amore non è bello se non è litigarello"..... fino a quando, ovviamente, non ti ritrovi di nuovo single causa eccesso di collera, oltre ogni limite!

Ma arrabbiarsi in famiglia - e magari in una famiglia numerosa come la nostra -  è tutta un'altra storia. Altro che disciplina sportiva o afrodisiaco toccasana, arrabbiarsi in famiglia è una vera e propria arma di distruzione di massa!
E si perché, quando si è più di due, basta un sopracciglio alzato o uno sbuffo o il tono di voce di un'ottava sopra il normale per scatenare il putiferio. Improvvisamente Lui - il serafico e pacifico compagno di vita e di pensieri - inizia a bofonchiare muovendosi da una stanza all'altra o, peggio, cade in preda ad un irreversibile mutismo vegetativo. E Loro? I bambini? Ebbene il grande inizia a protestare per ogni cosa (come la "Marchesa Michelotto che quando è crudo lo vuole cotto" - cit. Lidia Ravera "Il Paese di Eseap"), il piccolo - silenzioso come una lince - si dedica a disfare casa e a volte anche suo fratello, mentre il minuscolo sussulta, più o meno ignaro, legato a me nella fascia!
Così, si va avanti in un crescendo di sbuffi, mugugni, strilli, danni, porte che si chiudono, torte che si bruciano... fino a quando stremati, e dimentichi del perché di tutta 'sta fatica, ricomponiamo i pezzi, che domani è un altro giorno.

Ecco, per me questa non può essere la stagione della rabbia.
Ecco, per me non è più il tempo di perdere le staffe.
Questo è il tempo di mantenere la calma e godere e gioire di Lui e di Loro e di Noi.
Questo è il tempo per imparare ad affrontare i conflitti e le incomprensioni in maniera pacata e costruttiva. Lasciarsi definitivamente alle spalle vecchi schemi e trovarne di nuovi, insieme ai mie meravigliosi quattro uomini!


E chiudo, come in altri post, con il mio motto:
Vorrei, ma non posso.... ma  certo che posso!

Buona pace a tutti..........

giovedì 14 febbraio 2013

Voglio mettere l'accento su San Valentino.

Questione di accento....


Mirco ama Marco,
vivono insieme nella loro casetta sull'Appenino.
Mirco dipinge, Marco fa l'orto.
Si amano...

Mirco' e Marco'
vivono insieme nella loro casetta a Paris.
Mirco' lavora in banca, Marco' è un musicista.
Si amano... e a breve convoleranno a nozze.

La differenza dove sta? Perché in Italia non si può fa'?

(Un po' scema, molto seria)

Con i bambini quello che conta è l'esempio... Elementare Watson!

LUI: Ma si, che problema c'è? Li teniamo a casa. Vedrai quanto sarà stimolante anche per noi seguire le loro passioni, i loro interessi, sarà come ricominciare. Sono certo che cresceranno sani e curiosi, sicuri di sé, sereni e consapevoli di ciò che vogliono, spigliati e forti.
IO: Dici?
LUI: Ma certo!
IO: Davvero credi che saremo in grado?
LUI: E perché non dovremmo esserlo? Le capacità non ci mancano e poi, con i bambini, quello che conta davvero è l'esempio.

L'ESEMPIOOO?.... Lo guardo e non favello, credo che mi stia per venire un attacco di panico. Respiro, respingo il pensiero intrusivo, mantengo la calma e - mentre Lui è già sparito all'orizzonte in pace con se stesso e con il mondo - io inizio ad elencare dentro di me tutte le ragioni per le quali mi dovrei ritenere un buon esempio per i miei figli. Vuoto iniziale, ma poi parto baldanzosa con il mio elenco:

Non fumo e non bevo. Rispetto i limiti di velocità. Non mi metto le dita nel naso! Una sola multa (tra l'altro per divieto di sosta) in tutta la mia carriera da automobilista. Mantengo le promesse, seppure non sono quasi mai puntuale. Conosco le buone maniere. Non metto i gomiti sulla tavola. Mi cambio le mutande tutti i giorni! Mi vesto sobriamente e so abbinare i colori. Non butto le carte per strada e riciclo scrupolosamente. Mangio biologico e ogni inverno mi ripropongo che a primavera inizierò a coltivare un orto (e dunque prima o poi ce la farò). Mi piace leggere, la natura e gli animali.....
Oddio sembra la presentazione di una candidata a Miss Italia, senza però neanche l'ombra del phisique du role!!!

Ci risiamo: l'attacco di panico si fa nuovamente avanti, lo respingo ancora, sento che è alle corde, reagisco furiosa e me ne libero... per ora!
Ma non posso fare a meno di chiedermi: ma quale esempio?
Così, eccomi davanti allo specchio, son quella di sempre, l'impulsiva, quella che chissà quante volte avrei fatto meglio a tacere! Eccomi - bell'esempio! - che perdo le staffe per un nonnulla e alzo la voce e sbraito e se mi va piango pure, ma poi vado su IBS e ordino tutta la bibliografia completa del Dalai Lama, che magari mi calmo un po'! Eccomi, "sua maternità l'esempio", che predico bene e razzolo male. Ma non potevano dirmelo prima che con i figli quello che conta davvero è l'esempio??? Ne ho fatti tre, non uno, tre!!!

Ancora una volta non c'è scampo, tocca darsi da fare, rimboccarsi la coscienza e farsi un esame delle maniche... forse sono ancora un po' confusa. Comunque maniche e coscienza a parte. Ancora una volta, come ogni giorno d'altronde, tocca guardarsi allo specchio e mettersi in discussione, e cercare di fare il possibile e l'impossibile per noi e per i nostri figli. Provarci e provarci ancora fino a diventare un esempio per lo meno decente! E io ci provo e ci proverò ancora... e sento che a primavera, quest'anno, inizierò finalmente a coltivare l'orto!!!

Buon esempio a tutti.......

mercoledì 13 febbraio 2013

Analfabeti della felicità.

Homeschooling: da dove iniziare?
Leggere, scrivere, fare di conto...? Sono qui che penso a quali priorità darci per il nostro percorso di scuola familiare. Se seguire il programma scolastico o lasciarsi guidare dagli interessi dei bambini; se partire con lo stampatello maiuscolo o affrontare contemporaneamente tutti gli stili di scrittura, magari con penna e calamaio, tanto per metterci un po' alla prova.
Penso e ripenso. Ma  le risposte si confondono a causa DEL tarlo che lavora, incessantemente, nella mia testa. IL (articolo determinativo!) tarlo non è UN tarlo qualsiasi. Chi mi distrae, infatti, è IL tarlo che mi ronza in testa da qualche anno. E' il grillo parlante che non ho ancora preso a martellate. Lui, IL tarlo, mi disturba fischiettando quel motivetto che fa così :"Felicità è un bicchiere di vino con un panino, la felicità...". Credo che mi stia dicendo: "che ne dici di partire con l'ABC della Felicità"? (a meno che non mi voglia suggerire di offrire ai mie figli un bicchiere di vino con un panino, il che perlomeno sarebbe alla mia portata!).
Eccomi al dunque: che senso ha tenere i figli a casa per riproporre, fra le mura domestiche, lo stesso schema della scuola tradizionale? Qual è la vera alternativa che ci offre l'homeschooling? Quali obiettivi ci diamo?
Ma è facile: la nostra missione è e sarà la felicità!!!

La felicità? Ma certo!! E perché non anche la pace nel mondo, l'eliminazione dell'inquinamento e della cellulite, la salvaguardia di tutte le specie in estinzione, la sconfitta dell'economia virtuale (la chiamano finanza) da parte di quella reale con ridistribuzione del reddito, passando per l'abolizione delle rughe?????

Mi viene da piangere... Ma perché noi come gli altri mai?

Che ci posso fare... è tipico nostro, di Lui (del mio compagno di vita e di pensieri) e mio, volare alto, altissimo, per poi atterrare sempre in maniera piuttosto rocambolesca. Eppure ce la siamo sempre cavata alla grande... E dunque perché non provare a partire dall'ABC della felicità, come suggerito dal tarlo??
La missione non è affatto facile. Inutile negarlo: io sono un'analfabeta del ramo, a me nessuno ha insegnato che si può, che si DEVE essere felici, nel senso buddista del termine. Felici, ovvero capaci di affrontare serenamente la vita senza farsi travolgere dagli eventi e dalle emozioni, avendo compassione per sé e per gli altri. Non io, io sono cresciuta a latte, biscotti e "doveri", senza avere mai il tempo e neanche il diritto di chiedermi di cosa avessi bisogno, senza riuscire a riflettere su chi fossi davvero, oltre le aspettative degli altri.  La nostra cultura, imbevuta di cattolicesimo, d'altronde, ci insegna che gli ultimi saranno i primi e che la vita è sofferenza e che il Paradiso verrà.... forse... ma non per tutti... e solo dopo aver superato il durissimo esame di ammissione. 

Ma IL tarlo non ne vuole sapere, non mi dà alternative.
E allora decolliamo, per questo volo libero e mettiamoci ad imparare l'ABC della felicità.... che la scrittura, la matematica, la storia e la geografia verranno da sé e, a confronto,  saranno un gioco da ragazzi! Non possiamo farci bocciare!!!

PS: Per la pace nel mondo e l'eliminazione della cellulite... ci stiamo organizzando!!!

martedì 12 febbraio 2013

Panico... Tutta Colpa di Isadora!

Ci sono cose che ci restano stampate a fuoco e in genere sono proprio quelle delle quali vorremmo liberarci. Tra queste, l'ansia è una delle più bastarde ad andar via. Nel mio caso sono stata cresciuta a pane, pomodoro e "fai attenzione"! All'epoca - parlo dei tempi in cui guardavo ancora la maggior parte delle persone dal basso in su - non mi rendevo conto del mantra continuo di "fai attenzione" di mia madre, tutto sommato credevo anche di ignorarlo, ma il mio fottutissimo subconscio ascoltava eccome, prendeva nota e archiviava, scrupolosamente, i miliardi di "fai attenzione" materni. Alla "S", per esempio, troviamo annotato "sciarpe". Ecco io adoro le sciarpe, di tutti i colori e tessuti, con una certa predilezione per quelle etniche, ma il mio subconscio no! Il mio subconscio - in combutta con mia madre - lega (nel senso di associa) le sciarpe ad Isadora. Isadora chi???? Ma Isadora Duncan (celebre danzatrice), nata niente popo' di meno che nel 1877 (circa un secolo prima del mio vile subconscio!) e morta (ahimè) non di morte naturale, bensì strozzata dalla sua stessa lunga sciarpa, andatasi ad impigliare nei raggi di una delle ruote della sua Bugatti... non prima, va detto, di aver salutato con la celebre e  premonitrice frase: "Addio, amici, vado verso la gloria..".
Premesso che mai ho avuto né mai avrò una Bugatti,( ma neanche una due cavalli decappottabile), Isadora, la povera Isadora, mi ha causato non pochi problemi specialmente sulle piste da sci negli anni '80. Fidatevi non sto delirando! Il fatto è che ogni volta che mi accingevo a vivere una spensierata giornata sugli sci, indossando cappello, guanti, sciarpa e il migliore dei sorrisi, mia madre - infilandomi energicamente i circa tre metri di sciarpa nel giaccone - mi ricordava della povera Isadora e scongiurava che io potessi "andare verso la gloria" impiccata al gancio dello skilift. Mentre il mio subconscio gongolava soddisfatto, la mia silhouette ne soffriva enormemente (provate voi ad infilare una di quelle enormi sciarpe di lana, anni '80, nel giaccone...).
Se alla "S" troviamo sciarpa, potete immaginare quanto l'archivio dei "fai attenzione" sia ricco. Per la precisione, va da "Aprire il frigorifero solo indossando le scarpe - pericolo folgorazione" fino a "Zaino sempre davanti sulle metropolitane - rischio borseggiatori". Ma il dramma, il vero dramma, è che oggi  - mio malgrado - l'archivio lo aggiorno io in persona!!! E dunque stacco scupolosamente la spina dell'asciugatrice ogni volta che ci passo accanto (per salvare cani, gatti e bambini dalle sue fauci feroci); chiudo la manopola del gas tutte le volte che finisco di cucinare; urlo "fate attenzione alle scale" almeno  20 volte al giorno e avanti così, con grande ammirazione del mio subconscio.
Ma a tutto c'è un limite!
Natale 2012. Mia madre, mio padre e un profluvio di "fate attenzione" sono venuti a trovarci. I bambini li aspettavano per decorare insieme l'albero (quest'anno piuttosto Kitsch). Palle, palline, fiocchi, pigne e... le immancabili luci colorate. L'albero addobbato è sempre magico per me.... senonché, mentre lo ammiravamo emozionata, mia madre dava istruzioni al mio piccolo di  3 anni: "Caro mi raccomando, tu dovrai ricordarti di spegnere le lucine dell'albero tutte le sere, prima di andare a letto, altrimenti potrebbe prendere fuoco e la casa incendiarsi tutta." Nooooooooo!!!

Il danno minore è stato che quest'anno non abbiamo mai potuto godere dell'albero con le luci accese, perché il ligio treenne le spegneva ad ogni ora, chiedendosi ovviamente come mai la stolta nonna ritenesse l'albero ignifugo durante le ore diurne e infiammabile durante quelle notturne... La prudenza non è mai troppa, bravo amore di mamma (Oddiooooooo, che dico???)
Il danno peggiore, invece, è che il giovane subconscio di mio figlio ha certamente iniziato ad archiviare i "fai attenzione", con cinica soddisfazione, partendo - fra l'altro - ordinatamente dalla lettera A: "Albero di Natale"!