martedì 12 febbraio 2013

Panico... Tutta Colpa di Isadora!

Ci sono cose che ci restano stampate a fuoco e in genere sono proprio quelle delle quali vorremmo liberarci. Tra queste, l'ansia è una delle più bastarde ad andar via. Nel mio caso sono stata cresciuta a pane, pomodoro e "fai attenzione"! All'epoca - parlo dei tempi in cui guardavo ancora la maggior parte delle persone dal basso in su - non mi rendevo conto del mantra continuo di "fai attenzione" di mia madre, tutto sommato credevo anche di ignorarlo, ma il mio fottutissimo subconscio ascoltava eccome, prendeva nota e archiviava, scrupolosamente, i miliardi di "fai attenzione" materni. Alla "S", per esempio, troviamo annotato "sciarpe". Ecco io adoro le sciarpe, di tutti i colori e tessuti, con una certa predilezione per quelle etniche, ma il mio subconscio no! Il mio subconscio - in combutta con mia madre - lega (nel senso di associa) le sciarpe ad Isadora. Isadora chi???? Ma Isadora Duncan (celebre danzatrice), nata niente popo' di meno che nel 1877 (circa un secolo prima del mio vile subconscio!) e morta (ahimè) non di morte naturale, bensì strozzata dalla sua stessa lunga sciarpa, andatasi ad impigliare nei raggi di una delle ruote della sua Bugatti... non prima, va detto, di aver salutato con la celebre e  premonitrice frase: "Addio, amici, vado verso la gloria..".
Premesso che mai ho avuto né mai avrò una Bugatti,( ma neanche una due cavalli decappottabile), Isadora, la povera Isadora, mi ha causato non pochi problemi specialmente sulle piste da sci negli anni '80. Fidatevi non sto delirando! Il fatto è che ogni volta che mi accingevo a vivere una spensierata giornata sugli sci, indossando cappello, guanti, sciarpa e il migliore dei sorrisi, mia madre - infilandomi energicamente i circa tre metri di sciarpa nel giaccone - mi ricordava della povera Isadora e scongiurava che io potessi "andare verso la gloria" impiccata al gancio dello skilift. Mentre il mio subconscio gongolava soddisfatto, la mia silhouette ne soffriva enormemente (provate voi ad infilare una di quelle enormi sciarpe di lana, anni '80, nel giaccone...).
Se alla "S" troviamo sciarpa, potete immaginare quanto l'archivio dei "fai attenzione" sia ricco. Per la precisione, va da "Aprire il frigorifero solo indossando le scarpe - pericolo folgorazione" fino a "Zaino sempre davanti sulle metropolitane - rischio borseggiatori". Ma il dramma, il vero dramma, è che oggi  - mio malgrado - l'archivio lo aggiorno io in persona!!! E dunque stacco scupolosamente la spina dell'asciugatrice ogni volta che ci passo accanto (per salvare cani, gatti e bambini dalle sue fauci feroci); chiudo la manopola del gas tutte le volte che finisco di cucinare; urlo "fate attenzione alle scale" almeno  20 volte al giorno e avanti così, con grande ammirazione del mio subconscio.
Ma a tutto c'è un limite!
Natale 2012. Mia madre, mio padre e un profluvio di "fate attenzione" sono venuti a trovarci. I bambini li aspettavano per decorare insieme l'albero (quest'anno piuttosto Kitsch). Palle, palline, fiocchi, pigne e... le immancabili luci colorate. L'albero addobbato è sempre magico per me.... senonché, mentre lo ammiravamo emozionata, mia madre dava istruzioni al mio piccolo di  3 anni: "Caro mi raccomando, tu dovrai ricordarti di spegnere le lucine dell'albero tutte le sere, prima di andare a letto, altrimenti potrebbe prendere fuoco e la casa incendiarsi tutta." Nooooooooo!!!

Il danno minore è stato che quest'anno non abbiamo mai potuto godere dell'albero con le luci accese, perché il ligio treenne le spegneva ad ogni ora, chiedendosi ovviamente come mai la stolta nonna ritenesse l'albero ignifugo durante le ore diurne e infiammabile durante quelle notturne... La prudenza non è mai troppa, bravo amore di mamma (Oddiooooooo, che dico???)
Il danno peggiore, invece, è che il giovane subconscio di mio figlio ha certamente iniziato ad archiviare i "fai attenzione", con cinica soddisfazione, partendo - fra l'altro - ordinatamente dalla lettera A: "Albero di Natale"!

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